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Piante officinali
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Fraxinus excelsior

frassino

Sottoclasse: ASTERIDAE
Ordine: SCROPHULARIALES
Famiglia: OLEACEAE Hoffmannsegg & Link
Genere: FRAXINUS L.
Subgenere: sez. Fraxinaster D.C. subsez. Bumelioides (Endl.) Lingesch.
Specie: Fraxinus excelsior L. subsp. excelsior
Nom. com. Frassino, Frassino maggiore

Descrizione, morfologia:
è una delle latifoglie nobili dei nostri boschi. grande albero deciduo, può essere poligamo (con fiori sia maschili che femminili), ermafrodita, o unisessuale, pare che le piante poligame e maschili siano le più frequenti; può raggiungere i 40 m di altezza e 1 m di diametro è abbastanza longevo. E' una specie a rapido accrescimento, con tronco dritto e slanciato, chioma leggera e ovale-piramidale in gioventù, diventa più arrotondata con l'età. La corteccia giovane rimane per molti anni liscia, verde-grigiastro con macchie più chiare; tardivamente e gradualmente si forma un ritidoma persistente con fini e dense fessurazioni longitudinali, regolari e di colore grigio. I rametti dell'anno, sono robusti, lisci e verdi-grigi, con lenticelle ben visibili a volte leggermente vellutati presso l'apice; le gemme, con poche perule, sono nere e opache, le gemme laterali sono globose e piccole, quella terminale è molto più grossa e piramidale. E' una specie a crescita predeterminata, monopodiale (la gemma apicale ha sempre la dominanza e ne determina l'allungamento).

Foglie, fiori, semi:
ha foglie composte imparipennate con 7-15 foglioline di 5-11 cm di lunghezza e 1-4 cm di larghezza, sessili o subsessili solo la fogliolina apicale è nettamente picciolata, sono di forma ovale, acuminate all'apice e più o meno arrotondate alla base, minutamente dentate al margine verdi scuro di sopra, glabre, più pallide nella pagina inferiore con la nervatura centrale che può essere pubescente. I fiori sono riuniti in pannocchie dense, laterali che compaiono prima della fogliazione, in marzo o aprile, sono privi di perianzio con stami molto brevi e grosse antere di colore purpureo.
L'impollinazione è anemofila(mediante il vento), il frutto è una samara monosperma, lunga 3-4 cm a maturazione, bruno chiaro, obovato- lineare, più o meno arrotondata alla base, maturano a settembre-ottobre e portano un seme profondamente dormiente da un complesso sistema di inibizioni della crescita. Dall'inizio dell'imbrunimento della samara, l'embrione non è completamente sviluppato e mentre si completa questa fase, avviene anche la disidratazione del pericarpo e del tegumento del seme che lo rendono impermeabile e incapace di germinare; nell'embrione avviene anche un cambiamento ormonale che blocca la possibilità di germinare che richiede un periodo lungo di freddo.
Perché un seme possa germinare ci vogliono almeno 6-16 settimane di caldo seguiti da 16 settimane di freddo; in pratica in condizioni naturali devono passare almeno due anni dal imbrunimento delle samare.

Legno, apparato radicale:
il legno è poco differenziato di colore bianco a volte con sfumature rosate o giallastre, è un legno pregiato, duro, tenace ed elastico, molto ricercato per falegnameria ed ebanisteria, dai pedali marezzati si ricava il cosiddetto "ebano grigio" molto ricercato per ebanisteria fine. Viene molto ricercato anche per la fabbricazione di remi, alberi di imbarcazioni e manici di utensili, è un buon combustibile.
L'apparato radicale è di tipo inizialmente fascicolato e molto sviluppato, in seguito può scendere molto in profondità tramite radici a fittone con robuste radici laterali che si sviluppano a candelabro.

Areale, ecologia:

è specie Europeo-Caucasica; in Europa l'areale del Frassino maggiore si sovrappone quasi a quello dell'Acero riccio, ma si espande maggiormente verso ovest raggiungendo l'Oceano Atlantico, dalle coste norvegesi a quelle della Galizia, Gran Bretagna, nella pianura Sarmantica raggiunge il 60° di latitudine nord e alle alture del Volga; a sud si ritrova nella regione Pontica (Mar nero) e nel Caucaso.
In Italia è diffuso al settentrione, è presente nei boschi freschi di forra anche nell'Italia centrale e manca in quella meridionale.
E' un albero esigente in suoli profondi non compatti, freschi ma anche umidi, da sub-acidi ad alcalini, si associa al nord, con Acero montano formando quelle nuove e a volte estese formazioni, nei pascoli abbandonati, chiamate Aceri-Frassineti che stanno diventando una opportunità per la produzione di legname di pregio. Più in alto si associa sia al Faggio che all'Abete bianco e rosso, in basso, compreso la pianura, con Carpino bianco e Querce mesofile sempre su suoli fertili profondi e sufficientemente umidi; dal Castanetum freddo al Fagetum
E' una specie sciafila da giovane che con l'età diventa sempre più eliofila, è molto resistente alle basse temperature quando è in dormienza. L'acqua è il suo fattore limitante in quanto ne consuma molta per la sua velocità di crescita ed evapotraspirazione, consuma più acqua della Farnia e può facilmente subire danni da siccità perché tarda a controllare la traspirazione tramite la chiusura degli stomi, invece sopporta anche un mese di sommersione delle radici. La dormienza invernale è data da una ritmica strettamente endogena non ben conosciuta.

Note, possibile confusione:
Il fogliame del Frassino maggiore è molto ricco in nutrienti e un tempo veniva usato come alimentazione del bestiame, le sue foglie nel suolo si degradano facilmente e migliorano notevolmente la sua fertilità. I getti nuovi dell'anno erbacei, possono essere verdi e lucidi con puntinature scure, oppure anche purpurei, sono solo varianbili itraspecifiche.
Si può facilmente confondere:
con Fraxinus angustifolia Vahl chiamato anche F. ossifillo o Frassino meridionale, che ha gemme marrone e più piccole, i rametti grigiastri o anche sfumature giallastre, più esili, la pianta è più piccola e cresce meno velocemente con tronco spesso sinuoso, con aspetto generale, più tondeggiante, la corteccia anche da giovane è grigio brunastra e presto con una reticolatura diffusa, foglie composte di solito da un numero inferiore di foglioline e hanno base cuneata con il rachide centrale nella pagina inferiore pubescente, ha fioritura molto più precoce da dicembre a febbraio vive in ambienti più umidi, anche sommersi per più mesi l'anno, ha apparato radicale non molto sviluppato né profondo. In alcune zone dove le due specie s'incontrano si possono trovare ibridi che hanno caratteristiche intermedie creando notevole confusione.
Con Fraxinus ornus L. chiamato Orniello che ha corteccia sempre liscia e grigia e gemme grigie, le foglie sono composte da un numero minore di foglioline 5-9 irregolarmente denticolate e leggermente ondulate ai bordi e tutte picciolate, fioritura all'apice dei rametti, dopo la fogliazione in maggio molto vistosa e profumata, fiori vestiti e bisessuali; pianta più piccola che vive in ambienti xerici.
Il Frassino maggiore nei paesi nordici è pianta usata anche come ornamentale e nel tempo si sono selezionate numerose forme e varietà pendule ma esiste anche una cultivar "nana", varietà fastigiata "Spectabilis", con colore e forma delle foglioline diverso "Hessei" e "Diversifolia" che possono avere solo tre foglioline ma anche una sola quella centrale.

Nei paesi nordici, poi il Frassino maggiore veniva adorato come pianta sacra, Odino il più grande degli dei nordici con il legno di Frassino creò il primo uomo sulla terra. Bruciare legna di Frassino era convinzione comune, che allontanasse gli spiriti maligni. Con le foglie raccolte quando sono appena nate, ancora appiccicose e zuccherine, essiccate si usano per preparare un ottimo tè. In fitoterapia si usano semi foglie, linfa, corteccia dei rami giovani. Contengono glucosidi, zuccheri, resine, acido malico, vitamine C e P, hanno proprietà astringente, diuretiche, lassative, sudorifere, toniche.

Principali fonti:

"Botanica forestale di R. Gellini e P. Grossoni, CEDAM 1997
"Latifoglie nobili dei nosti boschi" quaderni di Monti e boschi di G. Bernetti e M. Padula, Edagricole 1984
"Flora d'Italia" di S. Pignatti 1982
"Alberi e arbusti in Italia" di M. Ferrari e D. Medici, Edagricole 2003
"Monti e boschi" Edagricole
"Flora, fitocenosi e ambiente" D. Ubaldi CLUEB 2003
"Guida ai suoli forestali" di E. Abramo, G. Michelutti, D.R.F. 1998
"Elementi di fitosociologia" di A. Pirola, CLUEB 1999
"La vegetazione forestale e la selvicoltura nella regione Friuli.V.G." di R. Del Favero e L. Poldini D.R.F. 1998
"Insetti e funghi dannosi ai nostri boschi nel Friuli.V.G. di F.Stergulc e G. Frigimelica